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al testo di Adielle
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La porzione di mente che va sottoposta al potere al governo dell'altra, qual è delle parti? Oppure di comune accordo ce ne andiamo di tre quarti fosse anche capovolti, uscire per sempre di scena tripolari? La prerogativa di un pensiero confuso è di non avere né capo né coda, neanche una destinazione d'uso un vantaggio sull'ignoto, da spendere al mercatino dell'usato nel corso di una vita spericolata (una di quelle vite di una volta). Per sempre disperato me ne vago, dileguato il miraggio di un futuro migliore, come fatto di pozioni velenose, come in cerca dell'antidoto, mi perdo in periferie misteriose, fuori dall'orlo, dai confini in cui i pensieri mi lasciano a riposo. Posso sentire che vivi, a distanza di migliaia di chilometri ma questo non vuol dire che possa percorrerli a ritroso fino all'inizio della storia. Crescono in fretta i figli e si perde la memoria di certe variabili che andarono a vuoto, che non balzarono agli onori della cronaca, che non furono messe a verbale. Così da un po' coltivo solo speranze collaudate, stati di coscienza verticali. Da quando ho capito che fare pace con me stesso è un'esigenza primordiale. Mi perdono per essere fatto così male. |
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